Ciao a tutti.
Il 2016 è terminato e stiamo festeggiando l’inizio del nuovo anno… che mi auguro sia pieno di avventure come il precedente.
Oggi parleremo del mio evento preferito dell’anno, la World Magic Cup (o, come piace chiamarlo a me, le “Olimpiadi di Magic”).
Poi vedremo il primo articolo di una serie dedicata alla figura del capo arbitro (“Head Judge”); oggi avremo una panoramica sulle sue qualità e sul contributo che può dare a un evento.
Buon divertimento!
World Magic Cup 2016
Campionato Mondiale, Olimpiadi, Coppa del Mondo… sono tutte espressioni che rappresentano l’incontro di sportivi di tante nazioni, che si sfidano per incoronare i migliori atleti.
Questo tipo di competizione esiste da prima della nascita di Cristo, molto molti molti anni fa.
Nell’antichità, si dice che le Olimpiadi fossero addirittura in grado di interrompere le guerre tra le città!
Ai giorni nostri, con le sole eccezioni di Stati Uniti e Unione Sovietica che non hanno inviato i loro atleti ai Giochi che si sono svolti nella nazione “nemica” (commento personale: vergogna!), gli atleti delle Olimpiadi hanno cercato di inviare un messaggio di pace all’intero mondo.
Nel nostro mondo di Magic, le Olimpiadi sono chiamate “World Magic Cup”, uno splendido evento che accoglie giocatori da più di 70 nazioni in una competizione a squadre, circondate da bandiere, abbigliamento caratteristico e una speciale atmosfera che non percepisco negli altri eventi.
L’edizione 2016 si è svolta a Rotterdam, in Olanda, e per me è stata l’edizione numero quattordici su quattordici da quando ho iniziato ad arbitrare a livello mondiale (una tradizione che è mio desiderio continuare per molto molto tempo!).
Una lunga serie di campionati mondiali!
Ho dato un’occhiata ai miei archivi e ho messo insieme l’elenco dei Campionati Mondiali e dei rispettivi capi arbitri:
2016, Rotterdam: Scott Marshall
2015, Barcellona: Scott Marshall (Top 8: Riccardo Tessitori)
2014, Nizza: Kevin Desprez
2013, Amsterdam: Jason Lemahieu
2012, Indianapolis: Riccardo Tessitori
2011, San Francisco: Sheldon Menery
2010, Chiba: Riccardo Tessitori
2009, Roma: Sheldon Menery
2008, Memphis: Toby Elliott
2007, New York: Mike Guptil (Standard: Riccardo Tessitori; Legacy: Scott Marshall; Draft: David Vogin; 2HG draft: Mike Guptil; Top8: Riccardo Tessitori)
2006, Parigi: Jaap Brower
2005, Yokohama: Sheldon Menery
2004, San Francisco: Gijsbert Hoogendijk
2003, Berlino: Rune Horvik
Un elenco di nomi davvero impressionante! Ho avuto l’occasione di incontrare e di lavorare con tutti loro; ognuno ha dato un contributo notevole all’arbitro e alla persona che sono oggi.
Poi, grazie alla JudgeWiki, che viene aggiornata da alcuni arbitri di Magic, ho trovato i nomi dei capi arbitri del lontano passato:
2002, Sydney: Collin Jackson
2001, Toronto: Mike Donais
2000, Bruxelles: Cyril Grillon
1999, Yokohama: sconosciuto
1998, Seattle: Charlie Catino
1997, Seattle: Charlie Catino
1996, Seattle: sconosciuto
1995, Seattle: Jason Carl e Kyle Namvar
1994, Milwaukee: Steve Bishop
Le qualità del capo arbitro
A volte mi viene chiesto che cosa sia necessario per diventare un capo arbitro di un Grand Prix o di un Pro Tour.
Oggi vorrei offrirvi una risposta con uno stile che potrebbe essere diverso dal solito.
La risposta sarà composta da tre parti (temo di aver visto troppe trilogie ultimamente ^__^).
Per prima cosa, le qualità di base necessarie per essere un ottimo arbitro internazionale e un capo arbitro di Grand Prix alle prime armi (probabilmente non sufficienti, ma secondo me necessarie).
Poi le qualità avanzate, che completano la figura di un buon capo arbitro.
Infine le qualità da maestro, che sono molto difficili da trovare e fanno la differenza tra un buon capo arbitro e un vero esempio da seguire (questa parte è solo la mia opinione, in quanto persone diverse, che operano in ambienti diversi e con esperienze diverse potrebbero avere un’idea diversa di “maestro”).
Quali sono quindi le qualità di queste tre parti?
BASE – capacità fondamentali: regole, policy, logistica, comunicazione
ADVANZATE – flessibilità e capacità di analizzare le situazioni (necessità/vincoli/vantaggi/svantaggi)
MAESTRO – la capacità di lasciare il segno
Perché queste tre parti?
1 (base) – Il servizio che vogliamo offrire deve avere solide basi tecniche
2 (avanzato) – Analizzare in modo corretto le necessità, valutare i vincoli e applicare le priorità è il modo giusto per determinare la “migliore” soluzione per ogni situazione specifica, con il giusto equilibrio
3 (maestro) – Il gioco si svilupperà se ne avremo cura e l’elemento chiave è dato dalle PERSONE
Parte 1: le qualità di BASE
Il primo passo per diventare un capo arbitro è ovviamente dato dalle capacità fondamentali: regole, policy, logistica, comunicazione (sia prima che durante l’evento) devono essere al massimo livello e devono essere mantenute al massimo livello; potremmo darlo per scontato, ma è proprio la base ("il capo arbitro deve essere in grado di svolgere il ruolo di capo arbitro dell’evento", è ovvio, ma è meglio definire che cosa significa “gestire un torneo senza problemi”).
Il servizio che offriamo deve avere basi tecniche solide; ci saranno sempre aspetti logistici necessari affinché l’evento si svolga in modo liscio e con ritardi ridotti; ci saranno sempre domande di regole; ci saranno sempre infrazioni e discussioni da gestire; ci saranno sempre membri dello staff con cui comunicare.
Parte 2: le qualità AVANZATE
Il capo arbitro deve essere flessibile e in grado di prendere le decisioni "migliori".
A volte non esiste una soluzione "giusta", ma esistono spesso delle soluzioni "migliori” di altre.
Un capo arbitro esperto deve essere in grado di comprendere i diversi punti di vista delle persone coinvolte (organizzatori, giocatori, arbitri, Wizards, stampa, spettatori…), in modo da avere il migliore approccio e offrire il migliore servizio a ognuno di loro individualmente E da compiere la scelta migliore globalmente, ponderando con attenzione vantaggi e svantaggi di ogni soluzione possibile, in funzione delle priorità.
Quando una situazione è semplice e "da manuale", la soluzione "migliore" è già definita (e chiunque sarebbe in grado di compiere la scelta, perché basterebbe semplicemente applicare ciò che è definito in un manuale operativo), MA… in molte situazioni, soprattutto quando persone con ruoli o necessità diverse sono coinvolte, ogni situazione è diversa e un capo arbitro esperto deve possedere un modo per determinare la soluzione "migliore".
Queste righe potrebbero sembrare troppo astratte, quindi vi offro alcuni esempi (dandovi dettagli riguardo alle situazioni che ho affrontato io e citando rapidamente quelle di cui ho solo sentito parlare):
– GP Chiba 2015; a metà della domenica, l’organizzatore mi ha detto che avremmo dovuto liberare la sala torneo prima di un determinato orario, altrimenti avrebbe dovuto sostenere un costo addizionale di migliaia di euro, per pagare un intero giorno in più, E che il personale addetto alle riprese avrebbe avuto bisogno di almeno un’ora e mezza per smontare tutto (accidenti!), quindi risparmiare cinque minuti in varie occasioni sarebbe stato importante. Avevamo una *necessità* (terminare prima possibile) e alcune limitazioni (le aspettative dei giocatori sui tempi dopo il termine del girone di svizzera, le necessità dei giornalisti per interviste e foto…) e, a seconda delle nostre *priorità* (non andare oltre il tempo a disposizione era la prima priorità; far giocare i giocatori in modo rilassato era un’altra; svolgere tutte le attività per le cronache del torneo era un’altra…), avremmo dovuto scegliere la nostra soluzione “migliore”. Ho parlato con i giornalisti (per la fase Top8), con l’organizzatore e con gli arbitri dei Top8; abbiamo creato un piano per evitare di sprecare tempo, MA senza mettere un’eccessiva pressione sui giocatori (concetto importante: *equilibrio*); alcuni degli aspetti chiave sono stati (1) prima dell’annuncio dei top8, chiamare sul palco tutti i giocatori con un punteggio sufficiente per avere possibilità di qualificazione, (2) preparare il tavolo da draft in anticipo e avere arbitri pronti per far sedere i giocatori immediatamente dopo l’annuncio dei qualificati, (3) realizzare interviste e foto dopo il draft e tra un incontro e l’altro, (4) portare cibo e bevande ai giocatori e (5) aiutare tutte le persone coinvolte per ogni loro necessità e spostamento, proprio come in uno spettacolo televisivo 🙂
– GP Nagoya 2015; ci sono stati dei problemi con gli abbinamenti dell’ultimo turno; da un lato, sono state assegnate risorse alla gestione di ogni pod da draft, alla preparazione degli abbinamenti e al calcolo della classifica sia nel software di gestione torneo che in Excel, tenendo i giocatori informati ogni dieci minuti… per poi decidere la soluzione manuale dopo che il ritardo aveva raggiunto la mezz’ora e “continuare a cercare di risolvere il problema nel software di gestione torneo" non era più la "migliore" soluzione, lasciando il posto a "abbinare le persone manualmente, a ogni pod da draft".
Un approccio molto simile può essere applicato quando bisogna gestire un appello, cercando il giusto equilibrio tra una spiegazione completa e una risposta rapida, in aggiunta al giusto equilibrio tra atteggiamento professionale e amichevole. Una delle situazioni più famose è stata quella tra me e Patrick Chapin al Pro Tour Dragons of Tarkir.
Lo stesso discorso di applica ai casi in cui è necessario gestire un conflitto (arbitro-arbitro, arbitro-giocatore, giocatori-organizzatore, arbitri-organizzatore), con il giusto equilibrio tra giustizia ed empatia.
Idem per i casi in cui bisogna assistere un organizzatore nella selezione dello staff per i suoi eventi, con il giusto equilibrio tra la sicurezza data da arbitri esperti e l’investimento per un valido sviluppo di nuovi arbitri.
Infine, molto importante, il capo arbitro deve essere flessibile e in grado di adattarsi alle diverse preferenze e priorità degli organizzatori di tornei; gli organizzatori di continenti diversi sono MOLTO diversi ed è fondamentale che il capo arbitro trovi l’approccio migliore per offrire il servizio migliore a ogni singolo organizzatore.
Parte 3: le qualità da MAESTRO
Il capo arbitro interagisce con molte persone, potenzialmente con tutte le persone che entrano nella sala torneo e anche con molte persone che non sono neanche presenti!
L’organizzatore e i membri del suo staff, sia prima che dopo l’evento.
Gli arbitri, prima, durante e dopo l’evento.
I giocatori; tutti insieme durante gli annunci al microfono (e, per esempio, anche le interviste prima dell’evento, i messaggi online e gli articoli dopo l’evento!) e individualmente durante gli appelli e altre occasioni di interazione.
Poi gli spettatori, i giornalisti, i dipendenti Wizards, i rivenditori, gli artisti…
Letteralmente TUTTE le persone presenti in sala e anche alcuni a casa.
Il capo arbitro è potenzialmente in grado di avere un impatto, positivo o negativo, su tutte le persone nella sala; questo è un aspetto MOLTO importante da tenere in considerazione.
Per spiegarvi meglio, vi offro alcuni esempi di situazioni in cui sono stato fiero del valore aggiunto che ho potuto offrire all’evento:
– GP Sao Paulo 2016: uno degli arbitri /membri dello staff mi ha chiesto di partecipare a un’intervista, un paio di mesi prima del Grand Prix, nella quale ho cercato di dare un tocco personale, di trasmettere le *emozioni* di vivere nel mondo di Magic (in un ambiente di tecnici molto preparati, io mi vedo come una persona in grado di portare un "cuore" o un "tocco umano", che considero un valore molto speciale); poi, per completare l’intervista, ho realizzato un breve video (con il Colosseo, simbolo della mia città, sullo sfondo) nel quale invitavo i giocatori a venire e vivere l’esperienza del Grand Prix. L’intervista è stata tradotta in portoghese ed è stata pubblicata su un sito nazionale; qui avete la versione inglese.
– in molti Grand Prix asiatici, è usanza (almeno per quanto mi riguarda) avere scambi di regali e di delizie culinarie con i rivenditori e costruire anche un rapporto con gli artisti (a volte vengono con noi alla cena degli arbitri e cerco di aiutarli a integrarsi); siamo TUTTI membri di una singola squadra, una squadra che ha come obiettivo offrire un ottimo weekend a tutti.
– GP Chiba 2015: ci sono stati due matrimoni e mi è stato chiesto di essere l’ufficiale di cerimonia (con anche i giuramenti in giapponese!); credo che sia stata una richiesta da parte dei ragazzi che si sposavano e, ai Grand Prix giapponesi del 2016, ricevo ancora gli abbracci da parte di una delle due spose (uno dei due lavora per un rivenditore o per l’organizzatore). Sebbene sembra che non abbia nulla a che fare con Magic e con l’arbitraggio, sono convinto che un Grand Prix sia in realtà un evento, un’esperienza, la somma di tutto ciò che avviene all’interno della sala torneo.
– GP Kuala Lumpur 2014: durante un torneo Sealed Deck ci sono spesso momenti in cui i giocatori devono attendere (pensate alla distribuzione del prodotto o all’apertura delle bustine); un "servizio" addizionale è aiutarli e non annoiarsi; nella sala di questo Grand Prix c’era della musica in sottofondo e ho riempito i momenti di pausa con battute con il pubblico riguardo alla musica; sono stati solo 30 secondi, ma hanno offerto un buon mix di risate e di volti sorridenti che hanno fatto sì che il weekend iniziasse con buon umore per tutti (penso che sia stato uno dei Grand Prix in cui, più del solito, i giocatori sono venuti da me alla fine della giornata per ringraziare per essersi divertiti); questo è un altro esempio di "tocco umano".
Per concludere, vi offro alcuni dettagli su come un capo arbitro può avere un impatto:
Un capo arbitro maestro è in grado di ottenere il meglio da ogni membro dello staff: ogni arbitro è una persona, con un carattere specifico e capacità specifiche; una capacità molto importante è riuscire a dare motivazioni a ogni arbitro e assegnargli i ruoli più adatti alle loro caratteristiche; un capo arbitro maestro deve *preparare gli altri per il successo*:
– ogni persona dà il meglio di sé
– ogni persona aumenta il proprio livello di motivazione
– ogni persona torna a casa con una maggiore professionalità e il desiderio di migliorare ancora di più e di partecipare ad altri eventi; *porre le basi per il futuro*, OBIETTIVO NUMERO 1
Un capo arbitro maestro sviluppa il gioco: è fondamentale che un evento abbia un effetto globale positivo sul gioco (programma arbitrale, community dei giocatori, organizzatore, marchio); alcuni potrebbero pensare che un "evento di successo" sia un "evento in cui non ci sono problemi", ma questa è per me una visione miope; il nostro obiettivo non è "ridurre i danni"; l’obiettivo è dare un contributo positivo per l’intero ambiente e per il gioco:
– quando gli arbitri tornano a casa e scrivono un articolo, è un segno di successo
– quando il capo arbitro scrive un report pubblico sull’evento o condivide le situazioni di regole&policy&comunicazione interessanti sui forum, è un segno di successo
– quando vari arbitri modificano la loro immagine di copertina e utilizzano la foto dello staff del Grand Prix (GP Sao Paulo 2016), è un segno di successo
– quando i giocatori scrivono articoli sulla loro esperienza positiva e citano gli arbitri, è un segno di successo
– quando i giocatori vanno dagli arbitri per chiedere di fare foto insieme e/o firmare le loro carte e i loro tappetini, è un segno di successo
(ok, ci siamo capiti, non siamo solo "esperti di regole" o "operatori logistici"; siamo potenzialmente un elemento emotivo fondamentale dei nostri eventi!)
– quando gli arbitri offrono o ricevono valutazioni per la loro crescita professionale, è un segno di successo
– quando gli arbitri costruiscono rapporti personali (e organizzano attività extra-torneo), è un segno di successo
Ciò che un capo arbitro maestro deve sempre ricordare:
“Il gioco si svilupperà se ne avremo cura e l’elemento chiave è dato dalle PERSONE”
Grandi arbitri del mondo: Scott Marshall
Scott Marshall, soprannominato “Uncle Scott” (soprannome creato da me!) nella community degli arbitri di Magic, è uno dei più conosciuti, più preparati e orgogliosi fondatori di ciò che è oggi il programma arbitrale.
È arbitro da… allora, scusate, non lo so, ha iniziato prima di me e, quando l’ho incontrato per la prima volta, era già famoso!
Lui è una delle pochissime persone che hanno raggiunto il “Livello cinque”, che è il livello “Leggenda” o “Divinità”, un livello riservato ai simboli del programma arbitrale.
Esatto, simboli, come Pele per il calcio, Michael Jordan per il basket, Bill Gates per i computer…
Ogni “simbolo” è diverso; a seconda delle persone, ci sarà un simbolo diverso che può essere la fonte di ispirazione e mi auguro che ognuno di voi possa incontrare questi ottimi arbitri che vi presento in ogni articolo 😉
Scott Marshall ha ottenuto un altro speciale riconoscimento per il suo inestimabile contributo al programma arbitrale: è un membro della Hall-of-Fame degli arbitri!
Arrivederci World Magic Cup
… e un'altra splendida avventura è giunta al termine.
Arrivederci World Magic Cup, ci rivediamo tra un anno!
Mi auguro che questo articolo vi sia piaciuto e leggerò con piacere i vostri commenti.
Il prossimo articolo ci offrirà un riassunto delle avventure del 2016.
Riccardo
Riccardo Tessitori
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